LE COSE NELLA LETTERATURA

 

Quaderni di Serafino Gubbio operatore





Ho letto, in questi giorni, il romanzo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore” di Luigi Pirandello in cui si narra la vicenda di Serafino Gubbio uno studioso di materie umanistiche che in un primo tempo fa l’insegnante privato e che in seguito va a Roma in cerca di lavoro dove diventa cineoperatore per la casa cinematografica Kosmograph. Questa condizione lo spinge a riportare sopra dei quaderni i fatti che riguardano le persone che popolano il mondo del cinema mettendone in evidenza le meschinità, le contraddizioni e la pochezza dei sentimenti e delle ambizioni. Egli narra soprattutto la storia di Varia Nestoroff, un’attrice russa che conquista il cuore di molti uomini, e la passione di Aldo Nuti per lei. La macchina da presa diventa la protagonista del romanzo e Serafino assume il nuovo ruolo disumanizzato di "mano che gira la manovella” ( Luigi Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, RCS Libri S.p.A , Milano, 2015, pag 46 ).

Alla fine Serafino si identificherà pienamente con la macchina e riprende impassibile la scena in cui Aldo Nuti sparerà alla Nestoroff per poi venire sbranato dalla tigre che avrebbe dovuto uccidere. Per lo shock dell’evento Serafino diventerà muto e rinuncerà ad ogni forma di sentimento e di comunicazione.

Per molti l’avvento della macchina e la meccanizzazione sono stati degli avvenimenti straordinari, ma in questo romanzo vengono interpretati negativamente come una regressione della comunicazione umana, già solitamente difficile.


La macchina è fatta per agire, per muoversi, ha bisogno di ingojarsi la nostra anima, di divorar la nostra vita. E come volete che ce le ridiano, l'anima e la vita, in produzione centuplicata e continua, le macchine? Ecco qua: in pezzetti e bocconcini, tutti d'uno stampo, stupidi e precisi, da farne ……….. Io sono qua. Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa mangiare. Ma l'anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano; cioè serve alla macchina.” (idem, pag 48)

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Da queste parole traspare una forte critica nei confronti della macchina sinonimo di alienazione e testimonianza della possibile riduzione dell’uomo a oggetto.


Luigi Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, RCS Libri S.p.A , Milano, 2015

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