LE COSE NELLA LETTERATURA
Quaderni di Serafino Gubbio operatore
Alla fine Serafino si identificherà pienamente con la macchina e riprenderà impassibile la scena in cui Aldo Nuti sparerà alla Nestoroff per poi venire sbranato dalla tigre che avrebbe dovuto uccidere. Per lo shock dell’evento Serafino diventerà muto e rinuncerà ad ogni forma di sentimento e di comunicazione.
Per molti l’avvento della macchina e la meccanizzazione sono stati degli avvenimenti straordinari, ma in questo romanzo vengono interpretati negativamente come una regressione della comunicazione umana, già solitamente difficile.
“La macchina è fatta per agire, per muoversi, ha bisogno di ingojarsi la nostra anima, di divorar la nostra vita. E come volete che ce le ridiano, l'anima e la vita, in produzione centuplicata e continua, le macchine? Ecco qua: in pezzetti e bocconcini, tutti d'uno stampo, stupidi e precisi, da farne ……….. Io sono qua. Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa mangiare. Ma l'anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano; cioè serve alla macchina.” (idem, pag 48)
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Da queste parole traspare una forte critica nei confronti della macchina sinonimo di alienazione e testimonianza della possibile riduzione dell’uomo a oggetto.
Luigi Pirandello, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, RCS Libri S.p.A , Milano, 2015
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